Soluzioni per risolvere il problema in Analytics del tempo medio sulla pagina a zero

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Cos’è il tempo medio sulla pagina in Analytics?

Tra le metriche più consultate per analizzare la qualità dei contenuti di un sito web si trova il “Tempo medio sulla pagina” (“Time on Page”, nella terminologia inglese), come definito da Google Analytics. Essa rappresenta “Il tempo medio trascorso dagli utenti mentre visualizzano una pagina specifica o un set di pagine”. Per interpretare correttamente questa definizione, è necessario comprendere come viene calcolata questa metrica, soprattutto nel caso delle landing page.

Analizziamo il processo in dettaglio.

Come viene calcolato il tempo da Analytics?

Per semplificare, potremmo dire che il tempo viene calcolato “da hit a hit”, dove una “hit” rappresenta ogni chiamata effettuata, ad esempio, il caricamento di una pagina, un click o l’attivazione di un evento. Analytics registra la data e l’ora di ogni azione e calcola il tempo trascorso tra di loro, il che corrisponde al Tempo medio sulla pagina.

Supponiamo che atterri su una pagina di blog alle 15:00. Leggi un post, noti un altro argomento interessante tra gli articoli correlati, apri la nuova pagina alle 15:02 e la chiudi alle 15:05 senza interagire con altri link. Di queste azioni, Analytics registra il caricamento della prima pagina, il click sul link e il caricamento della seconda pagina.

Pertanto, avrai:

Pagina 1: 15:02 – 15:00 = 2 minuti di sessione

Pagina 2: ? – 15:02 = nessuna durata rilevata.

L’uscita dalla pagina alle 15:05 non corrisponde a nessuna hit, quindi per Analytics la durata della sessione sarà pari a zero. Questo implica due cose:

1. La durata media delle sessioni sul sito non considererà la navigazione sulle pagine di uscita (exit pages);
2. Nel caso di landing page, o navigazione su una sola pagina, dove non c’è una seconda pagina a determinare il tempo di uscita, i dati devono essere interpretati•

Come prevenire questo problema?

La soluzione più semplice consiste nel creare un evento, che fornirà un secondo hit per calcolare il tempo trascorso sulla pagina. Gli eventi sono interazioni tracciabili indipendentemente dal caricamento di una pagina web. Alcuni eventi possono risolvere il nostro problema:

– Scroll della pagina: se l’utente scorre la pagina per continuare a leggere, significa che non è atterrato sulla pagina solo per chiuderla subito dopo. Questo evento è l’antidoto perfetto per i bounce rate troppo alti.
– Tempo di permanenza superiore a un limite: è possibile creare un evento che raggruppa tutti gli utenti che rimangono sulla pagina più di un numero prestabilito di secondi. Per una landing page, potrebbero bastare 15-20 secondi, mentre per una pagina di contenuti, potrebbero essere necessari anche più di 30 secondi. Questo evento è particolarmente utile per valutare l’interesse degli utenti.
– Evento ripetitivo ogni 15 secondi: se hai bisogno di un’accurata stima della durata della sessione, questo è l’evento che fa per te. Non sarà preciso al secondo, ma può essere un’alternativa alla metrica di Analytics.

Ci sono anche alternative per monitorare il Tempo medio sulla pagina, come la creazione di una metrica personalizzata: la scelta dipende dai tuoi KPI.

Un ultimo consiglio: evita di impostare eventi con intervalli troppo brevi (es. 1 secondo di permanenza sulla pagina), poiché ciò potrebbe alterare in modo significativo il bounce rate, rendendolo quasi inutile. Pertanto, è possibile anche configurare eventi non interattivi che non registrino azioni che influenzano le metriche importanti.

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